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Top class tourism opportunities in Salento






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WHERE AND HOW DOGS ARE WELCOME



As known, unfortunately our dogs are not welcome anywhere.
Therefore, it is advisable to know in advance where and how to bring our dogs in Salento without taking the risk of any issues and problems.




Regarding beaches, a seaside ordinance, which is valid for the entire Puglia region, provides all necessary information to allow holidays with animals.
It is stated that there is a prohibition on bringing dogs even on a leash and muzzle in areas not specifically authorized.
Just rescue dogs and guide dogs for vision impaired people are everywhere ever welcome.
Even in the authorized areas, dogs must be on a leash and with a regular health certificate, no older than six months.
Case by case, each bathing establishment may freely regulate the access in an independent way, applying own regulations, guidelines and permits.
Of course and in any case, it is strictly recommended to take the dogs ever in order with the vaccinations, on a leash and under the umbrella.
Dogs owners have to take care of it and of the local area also, to maintain its cleanliness, without forgetting that they remain in any case fully legal responsible for the animals, according to Article #2052 of the Italian Civil Code.


✔  FREE BEACHES

As mentioned above, bring your dogs to the free beaches in Salento, but make sure you respect the rules of common sense and the principles of civic education, in order to prevent any disruptions with those who may not like the presence of animals.

Gallipoli
Marina di Mancaversa
Porto Selvaggio
Rivabella
San Foca
Torre Inserraglio


✔  EQUIPPED BEACHES

Eden Salento Agribeach, Pescoluse
Lido Coiba, San Foca
Lido Sole Luna Bau Beach, San Cataldo


✔  RESTAURANTS

L'Incanto, Gagliano del Capo
La Drogheria, Lecce
Lo Scalo, Marina di Novaglie


✔  HOTELS, RESORTS, MASSERIE AND FARMHOUSES

Masseria La lizza, Lecce


Plaese, consider that this page is ever under construction and new info will be added in the future.
In order to complete as much as possible and maintain uptodated this page, sharing useful information with all dogs owners, feel free to inform us about new sites and/or relevant eventual published mistakes.


GROTTA DELLA POESIA A ROCA VECCHIA



La Grotta della Poesia è una cavità naturale scavata dal mare nel corso dei secoli, che ha anche offerto rifugio in tempi più antichi.
Si trova a Roca Vecchia, località costiera del Salento distante circa 20 km da Otranto.




Il suo nome deriva da posia, un termine della lingua greca medioevale che significa sorgente di acqua dolce, un chiaro riferimento alla fonte che in passato scorreva al suo interno e i cui segni sono ancora oggi ben visibili.
Per chi preferisce il lato romantico della storia, l'antica leggenda narra di una bellissima principessa e di come ella amasse fare il bagno nelle limpide acque di questa grotta.
La notizia della sua presenza si diffuse ben presto in tutto il territorio, tanto da indurre i poeti della zona ad ammirare la bellissima principessa e a comporre versi di poesie in suo onore.
Questo spiegherebbe appunto il nome dato alla grotta.




Con il passare dei secoli la grotta subì mutamenti strutturali causati dal moto ondoso del mare, compresa una serie di crolli della stessa.
Nonostante tutto, sulle pareti della grotta sono stati rinvenuti dei segni sovrapposti uno sull’altro di figure preistoriche e iscrizioni messapiche che sono sopravvissuti all’usura del tempo.
Stando ai ritrovamenti al suo interno, si pensa addirittura che in passato la grotta fosse stata un santuario di una divinità indigena chiamata Taotor, il cui nome è riportato molte volte sulle pareti della grotta, anche se il significato preciso dei segni rinvenuti è ancora oggetto di studio.
Per ammirare quello che rimane della grotta, bisogna percorrere il tratto di litoranea che va da Otranto a Roca Vecchia, passando per le località turistiche di San Foca e Torre dell’Orso.
La Grotta della Poesia è considerata una delle piscine naturali più belle al mondo.


TORRE COLIMENA E LA SALINA DEI MONACI



Torre Colimena è una delle tante torri che si incontrano lungo le coste del Salento, ma che si contraddistingue per la sua bellezza e imponenza.
La torre, che dà il nome anche all'omonima frazione del comune di Manduria in provincia di Taranto, dista pochi chilometri dalle note spiagge di Punta Prosciutto, caratterizzate da un'ampia distesa di sabbia bianca con totale assenza di scogli.




La torre fa parte di un antico sistema difensivo della penisola salentina voluto dall'imperatore Carlo V, re di Spagna, dopo l'invasione di Otranto da parte dei Turchi nel 1480.
Carlo V è spesso citato per aver pronunciato la nota frase "nel mio regno non tramonta mai il sole", riferendosi a Ovest alle prime nuove conquiste spagnole avvenute in America dopo il 1492 e a Est appunto al Salento, il possedimento più orientale del regno di Spagna di quei tempi.
L'unico episodio storico di rilievo risale al 1547 quando circa 400 predoni turchi sbarcarono da 5 velieri, approdati nel tranquillo e sabbioso porticciolo di Torre Colimena, per spingersi con un'incursione nell'entroterra, depredando alla guida di un personaggio salentino convertito all'Islam i raccolti delle masserie attorno a San Pancrazio e Avetrana.
Il significato del nome Colimena è ancora piuttosto incerto.
Tuttavia, l'etimologia del nome è di evidente derivazione ellenica, che conoscitori delle realtà e delle tradizioni locali ritengono risalente al periodo della Magna Grecia e alla successiva presenza ellenofona in Salento.
Probabilmente il nome Colimena è dovuto alla contrazione di kalì limènon (buoni porti), oppure da kollimèna (attaccati), in quanto la baia di Torre Colimena e l'attuale Salina dei Monaci apparivano agli occhi dei navigatori come due sicuri porti attaccati, attigui.
O, ancora, il nome potrebbe essere la contrazione di kolympi mèri, che significa luoghi per nuotare.
Altri, invece, ritengono che il nome derivi dal vocabolo latino columna (colonna) in quanto, sul luogo, sono state reperite diverse colonne risalenti al periodo romano.
Dal 2000 la Torre Colimena, con l’imponente scalinata sorretta da archi, ospita il Museo dell’Associazione Nazionale Amici della Ceramica, nel quale è possibile ammirare una preziosa collezione di manufatti del Settecento, Ottocento e Novecento.




Dalla torre con una breve passeggiata si può raggiungere la piccola spiaggia di sabbia, poco affollata anche in estate, che dune rivestite di mirto e corbezzolo separano dalla Salina dei Monaci, riserva naturale protetta dove, in una superficie di 1.113,22 ettari, nidificano garzette, fenicotteri rosa, cavalieri d’Italia, martinpescatori e tante altre specie di volatili.


ALBA MOZZAFIATO A PUNTA PALASCIA



Tra i 25 fari considerati più belli e affascinanti del mondo ben tre si trovano in Italia: trattasi del faro di Capo Testa sito in Sardegna, della lanterna di Genova e del faro di Punta Palascìa.




Punta Palascìa è un pregevole scorcio del Salento, noto perché rappresenta il punto più a Est d’Italia.
La località, che dista circa 40 km da Lecce, è detta anche Capo d’Otranto, giacché fa parte dell’omonimo comune.
La particolare posizione del faro che si trova in questa zona lo rende un luogo privilegiato per ammirare il sorgere del sole.
Tradizionalmente, nella notte di San Silvestro Punta Palascìa è meta di una moltitudine di visitatori, che si accalcano attorno al faro appunto con l’intento di essere i primi in Italia a vedere l’alba nascente del nuovo anno.
Punta Palascìa e il suo faro non sono comodamente raggiungibili, ma offrono in un luogo solitario un panorama mozzafiato e singolare, caratterizzato da un faro che svetta tra le rocce del promontorio e sovrasta il vasto mare che sembra quasi non avere fine, mentre tutto attorno nasce spontanea una fitta e brulla vegetazione, tipica dell’area mediterranea.
L’importanza del sito non va sottovalutata: il faro di Punta Palascìa è infatti stato riconosciuto come uno dei cinque più importanti di tutto il Mediterraneo.
La stessa Comunità Europea si è interessata alla peculiarità architettonica e al contesto naturalistico di questo faro, garantendone un perfetto stato di conservazione con accurati lavori di ristrutturazione e mantenimento.
In passato e per molti anni il faro era rimasto abbandonato e la sua struttura, comprensibilmente, cominciava a manifestarne il conseguente degrado.
Fu proprio il successivo interessamento internazionale che consentì il recupero di questo notevole patrimonio architettonico, ora completamente riqualificato e disponibile per tutti coloro che desiderino visitarlo.
Contestualmente alla ristrutturazione del faro è stato allestito anche un interessante museo multimediale del mare, che offre ai visitatori immagini e notizie su flora e fauna marine tipiche della zona.
La terrazza del faro è il punto culminante da cui apprezzare al meglio questa località e godere a pieno della maestosità della natura salentina.
L’interesse del sito è anche archeologico, poiché costituisce l’antiporta della famosissima Grotta dei Cervi, insenatura naturale costiera che si trova in località Porto Badisco, importante monumento del neolitico in Europa, giacché comprende un corridoio di circa 200 metri con pittogrammi in ottimo stato di conservazione.
Punta Palascìa, secondo quelle che sono le convenzioni nautiche, si trova esattamente in mezzo al punto che segna la separazione tra il mare Ionio e il mare Adriatico.
Immersi nel nulla, i fari sono capaci di togliere il fiato per fascino e imponenza, rappresentando a volte anche la salvezza per velisti e naviganti.
Spesso valgono comunque da soli l'impegno, il tempo e il costo speso per un viaggio.
Dall'America all'Inghilterra, passando per Italia e Turchia, ecco quelli che sono classificati i 25 fari più belli del mondo:

•  Fastnet Lighthouse - Irlanda
•  Phare du Petit Minou - Brest, Francia
•  Phare de Kermorvan - Bretagna, Francia
•  Slettnes Lighthouse - Norvegia
•  The St. Augustine Light - Florida, U.S.A.
•  Phare d'Eckmühl - Bretagna, Francia
•  Lange Jaap - Olanda
•  Cape Hatteras - Hatteras Island North Carolina, U.S.A.
•  St. Mary's Lighthouse - Inghilterra
•  Bengtskär Lighthouse - Finlandia
•  Portland Head Light - Maine, U.S.A.
•  Faro di Punta Palascìa - Salento, Italia
•  Pigeon Point Lighthouse - California, U.S.A.
•  Fanad Lighthouse - Irlanda
•  Hook Head Lighthouse - Irlanda
•  Bass Harbor Head Light - Maine, U.S.A.
•  South Stack Lighthouse - Galles
•  Faro di Capo Testa - Sardegna, Italia
•  White Shoal Lighthouse - Michigan, U.S.A.
•  Peggy's Point Lighthouse - Canada
•  Lindau Lighthouse - Lago di Costanza, Germania
•  Kõpu Lighthouse - Estonia
•  Torre de Hercules - La Coruña, Spagna
•  Faro Kiz Kulesi - Istanbul, Turchia
•  Lanterna di Genova - Liguria, Italia.


ABBAZIA DI SAN NICOLA A CASOLE



Posta pochi chilometri a Sud di Otranto, l'Abbazia di San Nicola di Casole rappresenta uno dei luoghi più importanti del Salento, a livello storico, artistico e culturale.




Il monastero fu edificato nell’anno 1098 da Boemondo I d'Antiochia.
In principio l’edificio non era altro che un casale donato ai monaci basiliani da Boemondo I, che ne sovvenzionò la costruzione.
L’edificazione dell’abbazia si rivelò però, con il passare degli anni, un vero successo.
Durante il periodo di suo massimo splendore, il monastero era considerato il più importante del Meridione al punto che numerose chiese dipendevano da esso.
Ulteriore conferma è data dal fatto che l’allora Papa Bonifacio IX fu costretto a ricorrere ai rinomati monaci casoliani affinché dirigessero con competenza anche vari altri monasteri che si trovavano sparsi per l’Italia.
L'abbazia divenne anche un importante centro letterario.
Sotto la guida dell’Abate Letterario nacque un circolo poetico, dove si trattavano sia argomenti religiosi sia argomenti profani e dove la lingua madre era quella bizantina.
Fu proprio grazie a questo circolo poetico che nel Salento si continuò a parlare la lingua greca, soprattutto nelle zone intorno a Otranto.
Purtroppo, nel 1480 il monastero venne distrutto durante l’assedio dei Turchi, che ovviamente non ne avevano capito l’importanza.
Stessa sorta toccò alla biblioteca del monastero, ai tempi molto importante in quanto conteneva una ricca raccolta di codici e molte centinaia di volumi, che fortunatamente non andarono persi completamente poiché in quel periodo molti di essi si trovavano sparsi per tutta l'Europa.
Dell’antico monastero di Casole, importante centro di cultura e di fede cristiana e noto punto di passaggio per i pellegrini che si recavano in Terra Santa, non restò che una struttura distrutta e abbandonata a se stessa.
L'abbazia ha un notevole valore storico.
L’intero Salento era divenuto in quel periodo un grande centro di culto legato al mondo greco.
La lingua parlata era il greco e nell’intera Terra d’Otranto erano sorti numerosi monasteri greci, così come nelle sedi parrocchiali di Nardò, Soleto, Gallipoli e Maglie.
Il Salento ospitava spesso e a buon volere monaci provenienti dalla madrepatria e considerati come la più alta espressione della Grecia classica.
In questa cornice si impose l’Abbazia di San Nicola di Casole, che rappresentava appunto per l’epoca il fulcro della cultura greca nel Salento.
A quanti erano desiderosi di apprendere le origini di questa importante civiltà, l’abbazia offriva gratuitamente l’insegnamento della lingua e della letteratura greca, tra cui lo studio di Aristotele e Platone.
I compiti venivano suddivisi tra i vari monaci: c’era chi si dedicava alla preghiera, chi allo studio e chi all’insegnamento.
Più precisamente, il monaco Igumeno rappresentava la più alta carica ecclesiastica nel monastero, gli Ieromonaci erano invece dei monaci-sacerdoti che si occupavano delle celebrazioni religiose, gli Ecclesiarchi avevano il compito di custodire la chiesa e i vari suppellettili, il monaco Bibbliofilace aveva l’importante compito di custodire la biblioteca, mentre il Protocalligrafo si dedicava alla stesura e alla copiatura dei codici.
Dopo l’assedio dei Turchi, Papa Clemente VII diede il via alla ricostruzione dell’abbazia, ma ricostruì solo la chiesa, che successivamente e progressivamente venne abbandonata a se stessa fino al completo abbandono avvenuto nel 1800.
Attualmente è possibile visitare le rovine dell’Abbazia di San Nicola di Casole.
Esistono anche progetti per la ristrutturazione e la valorizzazione di questa struttura che nei suoi tempi antichi ha fatto tanto per la popolazione salentina e, soprattutto, per la Terra d’Otranto.


VIDEO, DA VEDERE E RIVEDERE



Ci sono emozioni che le parole, per quanto forbite e ricercate, riescono a descrivere solo incompiutamente.




I riverberi, i luccichii, i soffi dei due mari sembrano quasi incontrarsi a mezz’aria.
Così tutto si presenta lucido, come se fosse avvicinato da un effetto ottico, ed insieme ingannevole.
Sembra anche di essere sul mare se si alzano gli occhi, contemplando le nuvole che galoppano velocemente tra l’Adriatico e lo Ionio.
Il Salento è una terra di miraggi, ventosa; è fantastico, è pieno di dolcezza; resta nel mio ricordo più come un viaggio immaginario che come un viaggio vero.

Tratto da "Viaggio in Italia" di Guido Piovene.


✔  LE MERAVIGLIE DEL SALENTO


✔  SUMMER IN SALENTO (prima parte)


✔  SUMMER IN SALENTO (seconda parte)


✔  LA CITTA' DI LECCE


✔  NATALE A LECCE


✔  IL CIOLO E LE COSTE DEL SUD DEL SALENTO


✔  MAREGGIATA AL CIOLO


✔  SANTA MARIA DI LEUCA


✔  LA GROTTA DELLA POESIA


✔  LA SPIAGGIA DI TORRE PALI


✔  COLLETTIVO SALENTINO


Thanks for watching!
Ulteriori video verranno pubblicati in futuro.





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